Fagiolo zolfino
Un’eccellenza della biodiversità toscana
Tra le colline intorno alla strada della Sette Ponti e il fondovalle, giù dove la terra fine delle Balze lo accoglie in seno cresce il Fagiolo Zolfino e qui manifesta la nobiltà e la fierezza delle proprie origini.
Il Fagiolo Zolfino è cosi chiamato per il suo colore giallo pallido come lo zolfo, ha una forma rotonda e la sua pasta è cremosa ed eccezionalmente gustosa. Secondo la tradizione, si semina il centesimo giorno dell’anno, detto anche dagli agricoltori “giorno del cento”.
È notoriamente legato all’andamento climatico e spesso produce un raccolto molto esiguo tanto che nei decenni scorsi la sua coltivazione fu quasi abbandonata, preferendogli fagioli di più sicura resa.
Oggi, salvato dall’estinzione, riscoperto nel suo seme originario, la sua semina e la sua raccolta sono tutelate da un’associazione di produttori.
Lo Zolfino non richiede ammollo; sarebbe preferibile cucinarlo in un tegame di coccio o meglio ancora nel fiasco, al canto del fuoco, facendolo sobbollire pianissimo per almeno tre ore. Servito con olio extravergine di oliva costituisce un connubio insostituibile per la soddisfazione del palato più fine.
Ad oggi è tutelato, nella sua purezza, da una Associazione di Produttori del Fagiolo Zolfino che opera nei territori fra Terranuova Bracciolini e Loro Ciuffenna.