La patata del Pratomagno
Un tubero prezioso dal cuore della terra
A Vallombrosa le patate introdotte dai Padri Carmelitani Scalzi erano coltivate già dal 1623, ma non furono molto apprezzate dalla popolazione locale.
Bisogna aspettare il XIX secolo, perché questo tubero si diffonda in tutta la Toscana e diventi in poco tempo la produzione più importante delle aree montane, a parte la castagna.
Quale sia l’importanza che raggiunse è dimostrato dai nostri migranti stagionali: boscaioli, carbonai, ciocchini, pinottolai, che tornavano a casa qualche settimana intorno a Pasqua per la semina delle patate.
La patata divenne anche un prodotto di scambio. Al mercato di Loro, sotto le Logge, insieme alle balle di castagne secche e di farina, comparvero canestri e balle di patate, scambiate con farina di grano e di granturco, oppure con qualche litro d’olio o fiasco di vino. Le più ricercate erano quelle di montagna per la loro conservazione, poichè, essendo raccolte più tardi, germogliavano dopo.
Una volta raccolte, delle patate più tardive se ne prendeva una parte e la si interrava in buche di 60/70 cm di profondità. Si coprivano con uno strato di foglie secche di faggio e poi ancora terra.
Ad aprile, al momento della lavorazione per riseminare le patate, si andava alle buche con i muli e si riportavano carichi di tuberi, che sembravano patate novelle. Non si sa bene di chi sia stata l’idea, ma in pochi altri posti si ritrova.
Intorno agli anni Trenta nel comune di Loro Ciuffenna, si dovevano produrre all’incirca 600 tonnellate di patate, due terzi delle quali destinate al consumo familiare o date in pasto agli animali.
Negli anni Settanta si è avuta una diminuzione paurosa della coltivazione della patata tanto che si presuppone una produzione inferiore alle 60 tonnellate, nell’intero comune di Loro Ciuffenna. Negli anni duemila la tendenza si è invertita.
Oggi nel nostro comune si coltivano quasi 200 tonnellate di tuberi.
La maggior parte dei produttori semina ciò che trova in commercio, ma ci sono anche agricoltori più attenti, che selezionano i tuberi secondo le loro proprietà organolettiche.
Ogni patata è adatta ad un uso specifico.
In genere le possiamo dividere in tre grandi categorie: dure, adatte ad essere lessate al vapore, tagliate a fette o a far in umido senza che si disfacciano; semidure, adatte un po’ a tutti gli usi compresi l’arrosto e la frittura; farinose, adatte ad essere spappolate per fare purea, gnocchi, pane, tortelli.