Museo Venturino Venturi
Il Museo conta oggi sette sezioni organizzate secondo i principali temi della ricerca artistica di Venturi
Nel 1980 Venturino Venturi scelse di risiedere stabilmente a Loro Ciuffenna, dove era nato il 6 aprile 1918. Costruì la propria casa, oggi Archivio Venturino Venturi, e volle lasciare al borgo natale una testimonianza importante della propria attività. Destinò dunque 93 opere tra sculture e disegni al Comune del paese natale, a patto che venisse istituito un Museo dedicato alla sua opera. Dalla donazione all’apertura del Museo trascorsero pochi anni e il 23 giugno del 1993 il piano terreno del palazzo comunale di Loro Ciuffenna aprì le proprie porte, e così fu inaugurato il Museo Venturino Venturi.
Successivamente e a più riprese ampliato e riordinato, conta oggi 7 sezioni organizzate secondo i principali temi della ricerca artistica di Venturi.
Dalla donazione che data alla metà degli anni ’80 ad oggi la collezione si è dotata di strumenti adeguati alla moderna fruizione ed è con l’Archivio Venturino Venturi, accessibile ai visitatori, una tappa fondamentale per la conoscenza dell’artista e un centro nevralgico per lo studio della cultura del Novecento. Fu Venturino artista di altitudini poliedriche e di vastissime relazioni con il mondo della cultura, con opere oggi accolte dai grandi Musei del mondo, dai Musei Vaticani alla Galleria degli Uffizi, sino al Museo Nazionale di Luxembourg Ville.
Il monumento a Pinocchio
Nel 1953 Venturino partecipa al concorso internazionale per un Monumento a Pinocchio, indetto dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi, a Collodi. Con gli architetti Renato Baldi e Lionello De Luigi presenta il progetto per una piazzetta con le pareti interne coperte da 900 m² di superficie musiva. Al centro del quadrilatero doveva ergersi una scultura alta 5 metri, un Pinocchio in bronzo con la mano alzata nel gesto del saluto la cui ombra, proiettata sulle pareti, come lo gnomone di una meridiana, avrebbe dovuto indicare il dipanarsi del racconto.
La giuria del concorso aggiudica a Venturino il primo premio in ex aequo con lo scultore Emilio Greco. La doppia aggiudicazione impedisce la realizzazione del Pinocchio gnomone, poiché la scultura viene affidata allo scultore catanese, allora all’apice della propria carriera. Di conseguenza, la piazza di Venturino, diversamente orientata rispetto al progetto originale, rimane priva del suo centro. Ciononostante l’opera appare subito originale e innovativa, sia per la tecnica utilizzata, sia per l’impianto narrativo, con la storia di Pinocchio raccontata attraverso un libero gioco di rimandi fantastici.
Dal 1954 al 1956 Venturino lavora incessantemente ai mosaici; confidando nella propria capacità di lavoro, spezza una ad una le pietre che costituiscono la superficie musiva, ma l’impegno fisico e mentale lo portano ad ammalarsi gravemente.
Una grave depressione psichica, cui concorsero il fenomenale impegno fisico, la delusione per non aver potuto compiere l’opera secondo il progetto iniziale, e il ricordo della guerra (aveva avuto in sorte di sopravvivere ai commilitoni morti), lo conduce al ricovero nell’ospedale di San Salvi a Firenze. Varca la soglia del manicomio alla fine del 1956.
Dal 1958, una psichiatria agli albori della riconsiderazione della malattia psichiatrica, gli consente di esprimere la propria sofferenza attraverso l’arte.
Lavora, chino sul pavimento del manicomio, a grandi disegni a pastello e tempera, che sono tra le sue opere più significative, sui quali l’artista riproduce la guerra, l’amore, e spesso la figura di Pinocchio, che trasfigura in un’effigie umana ora gioiosa ora sofferente. Guarito, riprende la propria attività.
VENTURINO SIAMO NOI
GRAPHIC NOUVEL PER LORO CIUFFENNA E PER VENTURINO
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